domenica 29 aprile 2012

ENERGIA DALLE VIBRAZIONI

Nell'idea di programma parlo di laboratori che producono energia, per alimentare le macchine elettriche, attraverso dei dispositivi che trasformano le vibrazioni ( nel mio caso la fonte primaria è la ferrovia) in energia elettrica. In questo video pubblicitario della Renault si vede una loro futura realizzazione.


Questo video, invece, spiega il funzionamento di un marciapiede che raccoglie energia dal passaggio dei pedoni.

IPOTESI DI PROGRAMMA_TOD


TOD (TRANSIT ORIENTED DEVELOPMET) è una strategia nata negli Stati Uniti, in seguito al caos generato dalle congestioni del traffico. Lo slogan è quello di dare alle persone molte scelte, per vivere uno stile di vita urbano in luoghi sostenibili, convenienti e divertenti, sensibili ai cambiamenti climatici. Il carattere principale riguarda la mobilità: vengono idealmente abolite le strade, per incrementare i trasporti via treno e via metro. Attraverso queste centralità si sviluppano delle comunità compatte dove è possibile spostarsi a piedi o con mezzi alternativi in modo da diminuire gli scarichi nell'atmosfera e creare ambienti vivibili, flessibili e sani. Ecco lo scopo di Tod. 










domenica 22 aprile 2012

SCACCHIERA

PETER EISENMAN, ARONOFF CENTRO PER LE ARTI, CINCNNATI, 1988-97



In questo progetto, come detto nel post precedente, diverse sono le linee generatrici. La principale è la tecnica del blurring o dello sfollamento; come dalle immagini si parte da un elemento geometrico semplice e attraverso la sua scomposizione ed il suo riassemblaggio nasce l'opera finita. Questa tecnica è stata utilizzata sia per il nuovo edificio che per quello preesistente.

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STUDIO DI UN'OPERA

GLI ANNI DEI CONTESTI E DEI PALINSESTI_parte6_

DEI PALINSESTI


Il quadro storico e sociale in cui si inserisce l'opera di Eisenman è caratterizzato da una forte idea di rivalsa e di cambiamento anche in ambito architettonico. Gli anni '20 hanno come protagonista la ''macchina''; gli anni '30 sono impegnati nella rivoluzione modernista; gli anni '40 e '50 vedono con grande interesse il tema della città e la sua rinascita; gli anni '60 sono gli anni del Big Bang; gli anni '70 sono gli anni del linguaggio e della rivendicazione del significato dell'architettura; gli anni ottanta infine sono caratterizzati da una concreta consapevolezza dei limti di espansione delle città e delle sempre più limitate risorse che si hanno a disposizione. In questo scenario, il ''contesto'' diventa protagonista, assumendo tre significati: 
  • ''luogo'' , la morfologia diventa carattere intrinseco della scelta progettuale dando maggiore attenzione alle sue connessioni con il contesto e quindi anche alle costruzioni più vicine;
  • ''quadro sociale storico culturale'', che condiziona l'operare in un'area specifica;
  • ''tessitura'', creata dalla combinazione dei precedenti significati.
Parlando dunque di contesto, non si può non collegarsi alla città storica per eccellenza e quindi a Roma. 


Alla fine degli anni '70 torna alla ribalta, dopo un periodo concettuale e di ricerche personali, Peter Eisenman. Questo periodo, per lui, è caratterizzato da una forte crisi derivata dalla sbagliata interpretazione dei concetti emersi in questa nuova fase. L'idea del contesto, della città e dell'autonomia estetica intese come ricerca di una nuova consapevolezza, vengono appiattite dall'idea classicheggiante avanzata da architetti come Venturi e Johnson. Eisenman rimane spiazzato di fronte a tale interpretazione, mettendosi lui stesso in discussione. Attraverso un'interpretazione del pensiero del filosofo Derrida, Eisenman avvia un processo introspettivo per arrivare alla base del rigetto. Nasce in lui l'idea del ''tracciato'' formato da reticoli spaziali ordinatori, griglie complesse e stratificate. Basta adesso trovare un valore ''collettivo''  dell'architettura che Eisenman introduce con la ''metafora''. L'edificio narra una sua storia, attraverso la spazialità interna, i complicati intrecci funzionali e costruttivi. Per la prima volta ritroviamo questo in un progetto realizzato a Cannaregio per la Biennale di Architettura di Venezia. In questo progetto, si può definire come linea generatrice lo stretto legame con il contesto, che viene ricucito attraverso l'inserimento di una maglia concettuale. Nel complesso Eisenman inserisce un prototipo che a diverse scale si innesta nel panorama architettonico e che fa nascere l'idea di layer, quindi sovrapposizione di livelli strettamente connessi tra loro, come il contesto è fortemente radicato allo studio del passato proiettato nel futuro. Tappa fondamentale del suo lavoro è il Wexner Centre for Visual Arts a Columbus. L'idea strutturante dell'edificio è il PERCORSO derivante dall'idea madre di una fruizione continua di tutti gli spazi. Eisenman struttura il progetto attraverso l'innesto di esso tra due edifici, INVENTANDO così un luogo. Così facendo Eisenman non occupa un lotto libero ma rifunzionalizza uno spazio altrimenti morto. Nasce così una costruzione percorso che trasforma lo spazio di risulta in uno spazio vivo, fulcro funzionale e metaforico dell'intero progetto. Da esso si snodano le sale espositive e gli accessi alle preesistenze; ecco che nasce l'idea dello spazio ''tra'' le cose, che lui stesso chiamerà il BETWEEN. 


IL MONDO DECOSTRUITO_parte7_


Nel novembre del 1988 a New York si apre una mostra dal titolo Deconstructivist Architecture, curata da Mark Wigley affiancato da Philip Johnson. Protagonisti della mostra sono Peter Eisenman, Zaha Hadid e Frank Gehry; partecipano anche Bernard Tschumi, Daniel Libeskind e Rem Koolhaas. La mostra ha una grande influenza sul panorama architettonico e non solo; basti pensare al nome ''decontrazione'' che rimanda al filosofo Derrida ( il più famoso filosofo della decostruzione). Nato come Post-strutturalismo, questa nuova linea di pensiero apre il testo architettonico verso l'esterno, destabilizzandone la lettura e gli intrecci. Manca poco per parlare di decostruzionismo come ''stile''. L'intero scenario politico-sociale mondiale sta cambiando velocemente. La caduta del sistema comunista nei paesi sovietici, ma a segnare il passaggio di una nuova epoca è il crollo del muro di Berlino nel 1989. L'apertura di questi grandi sistemi, fino ad allora meccanicisticamente chiusi, incrementa lo sviluppo economico e non solo dei paesi, ma procediamo per tappe.

DANIEL LIBESKIND

Di origini ebraiche, ha una formazione varia che spazia dalla musica all'arte all'architettura e alla filosofia. Le sue prime rappresentazioni, inizialmente non afferrate nella loro essenza,  si presentano con uno scenario del tutto astratto nel quale regna la linea. La linea ha la capacità di espandersi e di non chiudersi in piani, di muoversi libera nello spazio. Luogo delle sue più alte sperimentazioni è Berlino, il luogo e non luogo del mondo. Qui ritroviamo concetti già anticipati da Eisenman e che Libeskind rende propri, la ''metafora'' ed il ''layer''. I layer hanno una forte carica drammatica e vengono impiegati per simulare la stratificazione della realtà, di un mondo lacerato. Culmine di questi studi è l'ampliamento del Museo ebraico di Berlino. L'assetto planimetrico è reso attraverso due linee opposte che segnano la continua tensione tra gli elementi. Mentre gli spazi interni procedono linearmente, gli incroci aprono nuove possibilità; il percorso non è costante ma si sale poi si scende, apparentemente senza motivo. Ecco la sceneggiatura montata da Libeskind; l'edificio è carico di pathos attraverso i suoi percorsi viscerali, i tagli netti e la continua tensione che si avverte. 















IL RUOLO DELLA COMUNICAZIONE E DELL'INFORMAZIONE

Per comprendere lo scenario sociale ed economico si cita il sociologo statunitense Alvin Toffler. Nel libro ''La Terza Ondata'' divide la storia dell'umanità per fasi diciamo produttive; la prima è caratterizzata dal possesso della terra, la seconda dal modello della produzione industriale e la ''terza ondata'' dal ruolo fondamentale dell'informazione. Questa teoria trova fondamento nell'analisi economica dei paesi ed è estesa a qualsiasi campo produttivo; se prendiamo come esempio i vegetali comprati al supermercato, il loro valore è formato dal 90% da informazione (pubblicità, codici a barre del prodotto, distribuzione..)
Dunque l'informazione è il valore aggiunto di un bene sia materiale che non; questo concetto viene immediatamente interpretato dall'architettura. Architettura che informa.

METAFORA COSTRUITA E NOMINATA. IL MUSEO KIASMA DI HOLL

Steven Holl è un self-made architect; si trova, dopo aver frequentato scuole non rinomate, a confrontarsi con molti altri giovani artisti. Lo spirito comune era ''con molta energia e un po' di talento ce la si può fare'' e Holl negli anni '80 si è fatto strada. Inizialmente non ama la ricerca architettonica a lui contemporanea, ma sviluppa un forte interesse per la ragione in sé al nascere del progetto. Si interessa dell'aspetto fenomenologico collegato alla luce e ai materiali, ma di grande rilievo è il suo approccio ad un'architettura dell'informazione attraverso la ''metafora''. Basti pensare al nome scelto per il progetto; il chiasma è sia una figura retorica nella quale si dispongono in ordine inverso i membri corrispondenti di una frase, sia il punto di incontro delle fibre di due nervi ottici nella cavità cranica. Spazi aperti e non devono interagire l'uno con l'altro, costituendo l'insieme del progetto, che secondo Holl deve nascere da un'idea forza. Tutte le componenti vengono assemblate in un insieme omogeneo, a partire dall'ancoraggio a terra, allo studio dei vuoti e delle funzioni. Partendo dall'esterno, quindi dalle preesistenze e dalle forze in sito, le utilizza per modificare spazialmente i volumi. L'immagine metaforica è quella che struttura l'intero complesso architettonico.














SPAZI NUOVI. TSCHUMI

In questa fase l'architettura non nasce più pura, ma si incunea, attraversa ed è continuamente attraversata dall'esistente. Sintesi di questa nuova tendenza è il Centro Le Fresnoy di Bernard Tschumi. L'idea forza dell'edificio è la copertura che abilmente rifunzionalizza i capannoni sui quali si va ad agire. La strutturazione è realizzata per layer che delineano di differenti strati tipologici dell'edificio. Grande forza assume lo spazio interstiziale tra la copertura dei capannoni e la nuova copertura. Uno spazio ricco di fughe prospettiche divergenti arricchito da percorsi che si intrecciano, aperture verso i capannoni e anche luoghi per assistere ad avvenimenti. L'in between riemerge a gran voce in questo progetto, riammagliando l'esistente con il nuovo.

       




       




        












BLURRING

Eisenman, attraverso i suoi numerosi studi ed interessi, trova risposta al tema del ''movimento'' in architettura. Questo tema trova vita nella tecnica del ''blurring'' o ''sfocamento''. Ecco che i dipinti e le teorie di Balla e Duchamp trovano un riscontro studiato nell'architettura. La prima realizzazione di questa idea la troviamo nella Casa Guardiola di Eisenman. Idea generatrice del progetto è il movimento del mare sul quale la casa affaccia. Il movimento delle onde lascia delle impronte sulla sabbia, ecco che nasce in Eisenman l'idea rivoluzionaria. Ogni singolo movimento viene registrato, come i fotogrammi che compongono un video. La pianta nasce dalla sovrapposizione delle registrazioni che, attraverso opere di sottrazione, svuotamento o addizione, delineano il disegno. 
Questa stessa idea generatrice viene utilizzata anche per il College of Design Architecture and Planning a Cincinnati. L'intero edificio è progettato in collaborazione degli stdenti, professori ecc.. per andare incontro alle loro esigenze. In questo progetto emergono tutte le scoperte fatte da Eisenman; ritroviamo la tecnica dello scaling dello spazio tra le cose che si incunea nelle preesistenze e del blurring. Eisenman deve cercare di riorganizzare gli spazi esistenti e creare nuovi e spazi (biblioteche, teatri, sale mostre) che ne raddoppiassero la superficie. Introduce una forma ondulata che si insinua tra gli spazi esistenti più rigidi; la genialità dell'intervento sta nell'applicare il blurring sia al nuovo edificio che all'esistente, in un sapiente gioco di forme. Il risultato è un movimento ondulatorio doppio, uno più sinuoso, l'altro più geometrico, che fa vibrare continuamente l'edificio.

REBSTOCK PARK. PLASMARE LA CITTA'

Negli stessi anni Eisenman stila un progetto urbano per la città di Francoforte. Questa è la dimostrazione di come le tecniche dello scaling (riduzione/allargamento), del folding (piegature) e del graft (innesto) funzionino anche alla scala urbana. Eisenman parte dall'idea di tessuto; l'intero progetto deve interagire comunemente, dunque il terreno non è più una lastra sulla quale appoggiare gli edifici, bensì deve esse un tutt'uno con le strade, con gli edifici, e con il verde. Ma non si limita solo al progetto in sé; le relazioni vanno al di là della semplice perpetrazione, allacciando continui rapporti con il contesto. Ritorna il tema della griglia, attraverso la quale delinea gli spazi urbani e le loro funzioni d'uso. I tracciati nascono dall'inserimento di tre sistemi ordinatrici; il primo è a maglia più ampia, il secondo a maglia più fitta e il terzo segue le linee curve dei confini dell'area. Anche qui i sistemi sono in continua tensione creando geometrie nuove; la maglia regolare entra in conflitto con quella sinuosa deformando il campo d'azione. Questo movimento investe anche gli edifici, che in questo modo creano visuali sempre diverse; il risultato è un ricco di relazioni ben strutturate che rispondono in pieno ai canoni della moderna funzionalità urbanistica. Eisenman raggiunge standard così alti grazie alle sue decennali ricerche; unisce il funzionalismo anni '20, la corte anni '80 e il concetto di tessuto, in una sintesi ben studiata.